L’ineluttabilità del desiderio sdegnato

Un breve resoconto della trasferta Zugzwang in Lucania nella seconda decade di Agosto. Trasferta che vede una formazione ridotta a causa delle defezioni dei due Zugzwang #31# e SadClown.
Lasciati soli nell’afoso caldo romano, gli altri due, resi pazzi dalla mancanza dei loro sodali, compongono un concerto-delirio (Un bosco) e immolano le proprie anime al culto di antichi demoni dimenticati, di cui assumono i nomi ancestrali: Indesiderato e Ineluttabile.
Per quanto riguarda gli altri personaggi di cui si parlerà nel resoconto, saranno utilizzate lettere puntate o pseudonimi per non rendere riconoscibili situazioni e persone onde evitare eventuali querele.

21 – 22 [ore antelucane (o.a.)]agosto

– Partenza in prima mattinata dalle campagne di Postiglione, dove si è svolto il Dubstone, festival ballereccio elettrificato a cui i due Zugzwang hanno preso parte. Indesiderato alla guida, Ineluttabile rifiuta di riposarsi nonostante abbia passato la notte in bianco.
– Ci si smarrisce nel dedalo di complanari boschive che connettono la SA-RC alla SS 585 all’altezza di Atena Lucana. Da segnalare la scoperta di una casa colonica le cui fondamenta sono antiche pietre cosparse di graffiti spiraliformi che sembrano essere l’enigmatico lascito di una remota e dimenticata cultura osco-celtica.
– Raggiunta la SS 585 il viaggio riprende ad essere tranquillo e monotono; i nostri possono tornare alle consuete speculazioni: se il Cilento è la California d’Italia – si osserva – la Basilicata è un crossing-over tra il Colorado e il Nevada.
– Si giunge ad Aliano – dove si svolgerà il festival in cui il quartetto-mutilato-Zugzwang si esibirà con Un Bosco – in piena mattinata; si prende contatto con M il Magnifico, che già ha un’aria provatissima, e si allestisce il campo base (due tende mono e bi-posto, posizionate a strategica distanza l’una dall’altra al fine di garantire la giusta Zugzwang-privacy nonché una copertura tattico-logistica esaustiva del territorio; il tutto in accordo con gli insegnamenti del venerabile Sun Zi, [Arte della guerra, VI,2]) nella zona più accogliente del paese: essere arrivati in anticipo, consente di scegliere i posti migliori.
– Ecco arrivare i primi vicini di tenda: una famiglia con due figlie appena adolescenti. Indesiderato osserva che c’è della preoccupazione negli sguardi e nei gesti dei genitori per la vicinanza della propria tenda a quella dei due giovinastri. Ineluttabile nota come la corruzione dei costumi dei minori, benché perpetrata dai più brillanti rappresentanti del genere umano che in ogni tempo furono sgraditi, sia ancora fuorilegge.
– Pomeriggio dedicato al recupero delle forze; giunge una notizia inaspettata: verrà in visita C-ottoni, direttamente dal litorale adriatico: si giubila!
– Arrivo di C-ottoni e partenza immediata per Guardia P., dove nello squallore della sagra in corso, riecheggia il Gong di ciò che attende i nostri; Indesiderato alla guida, si accolgono come ulteriori passeggeri il Magnifico e una nuova conoscenza, verosimilmente apparsa dal nulla, S.
– Rientro ad Aliano dopo serata danzante, cantante e bevente.
– Giro di ispezione notturna.
– Localizzazione dello spazio assegnato per l’esibizione.
– Primo contatto con Donna Calanco, totemica scultura che immediatamente cattura l’attenzione di Indesiderato e Ineluttabile: una nuova divinità a cui votarsi e a cui chiedere protezione nei giorni a venire.
– Assicuratasi la protezione spirituale, si ritorna verso il campo base e si entra in contatto con M&L coppia di ascendenza 32bittesca che per contrappasso ha iniziato a rendere operativo un forno dismesso: saranno loro a sfamare la comunità con un prodotto alimentare ottenuto dalla fermentazione, dalla formatura a cui segue una lievitazione, e successiva cottura in forno di un impasto a base di farina, cereali e acqua confezionato con diverse modalità, arricchito e caratterizzato frequentemente da ingredienti prettamente regionali, volgarmente noto come pane.

22 – 23 [o.a.] agosto

– Colazione e tete-à-tete con I.F., poeta performer anarchico ex virtuoso michelin della culinaria: ci si esibirà nello stesso spazio, quindi si organizza un palinsesto per le performance(s).
– L., coadiutore del Magnifico, ci introduce ad un poeta americano dal nome che ricorda con topografica precisione due grandi città degli States, nonché il suo collaboratore italiano: anche loro si esibiranno nello stesso topos Zugwang-F, d’ora in poi battezzato l’Antro della Donna Calanco: ci si ri-organizza.
– Installazione della Tenda della Non-Conoscenza, avvenieristica sede del counseling mistico-elegiaco che Indesiderato e Ineluttabile offriranno a chiunque ne richieda i servigi, in cambio di beni e servizi.
– Primo oracolo a N-Alterum: un’innocente curiosità lo aveva spinto a chiedere cosa si intendesse per Non-Conoscenza ed eccolo, catapultato in un rito di cui egli stesso è il protagonista. Evidentemente sconvolto, dona in pegno delle cartoline di sua creazione.
– Giri a vuoto nel paese, con la balorda scusa di costellarne gli edifici con indicazioni sibilline circa l’ubicazione della Tenda.
– Appena-mezzanotte, ci si esibisce con Un Bosco, sotto lo sguardo vigile e inflessibile della Donna Calanco; varie improvvisazioni con C-ottoni: la strumentazione aerofona appartenente alla famiglia dei legni di cui è dotata la rende simile ad una driade dei boschi;
– Si torna al forno e si annusa la notte, consumandone i frutti infuocati; C-ottoni deve ripartire la mattina seguente presto, anzi, prestissimo: c’è della malinconia.

23 – 24 [o.a.] agosto

– Ineluttabile consuma sostanze drogabinoidali e drogainanti gentilmente offerte dai nuovi occorsi vicini di tenda. In cambio dona estratto di rubiale e suoi derivati alla comunità.
– Indesiderato, futilmente impegnato in una colazione con S., incontra ancora l’apparentemente burbero ma infinitamente buono I.F., che elargisce susine sciroppate di sua manifattura. Buonissime.
– L’esibizione stasera è verso cena; alea iacta est!
– Arrivano i Cl, gruppo musicale fresco di modifica onomastica, ove militano alcuni personaggi alchemicamente legati ad Indesiderato.
– Pomeriggio dedicato all’artigianato etereo: Ineluttabile legge La febbre del ragno rosso segnalando interessanti spunti per un adattamento in chiave Zugzwang.
– Nel frattempo, Indesiderato riceve una telefonata: un individuo di sesso femminile con marcato accento regionale cispadano è in cerca di un tale D.B. Ci si immedesima immediatamente in un losco D.B. che allude e non allude alla propria identità. La signora vorrebbe iscrivere i propri figli alla scuola calcio di D.B., come già aveva fatto presente qualche mese prima. Ma Indesiderato, ormai completamente D.B.-nizzato, la invita a ricordare le istruzioni segrete impartitele il mese scorso, e a richiamare in una data e in un orario più propizi: l’indomani alle 18:45.
– Ci si esibisce non prima di aver onorato le dovute devozioni alla Donna Calanco di cui Ineluttabile e Indesiderato, autoproclamatisi Suoi sacerdoti, rivelano la sconcertante identità nascosta agli astanti: essa è faro di sventura cosmica, inumana e anti-poetica. Chiunque si ostinerà a farsi selfie al suo cospetto – si ammonisce – sarà colpito dalla maledizione della mostruosa divinità. Novelli Cassandra, non si viene creduti. Nemo propheta in patria.
– Concerti-baldoria-tammorre fino a notte fonda; si uniscono i neo-giunti Cl (abbreviazione che non ha nulla a che vedere con associazioni politiche di stampo cattolico né con molecole di alcun tipo, n.d.r.).
– Indesiderato/Arlecchino servo di due padroni non sa dove dirigere il proprio afflato erotico: da un lato un’allusiva ma enigmatica S., dall’altro un’allegra ma elusiva E., vecchia conoscenza giunta nel pomeriggio.
– Si esibiscono i Cl, fingendo di provenire da Atlantic City, per duettare infine con il Magnifico.
– Suonano degli afro-napoletani (afro nel senso di negri) che non hanno con se alcun supporto tecnico. L’esibizione va a buon fine a dispetto di ogni previsione: le meraviglie dell’integrazione.
– Uno schivo Ineluttabile tenta di difendersi dalle incomprensibili azioni della Maga, bisbetica presenza palesatasi nella sera che, accompagnata da un bue e da una ninfa del Nord, si diletta nell’antica e occidentale pratica dell’amore vecchio da vivere con sempre più fulgido autolesionismo. Ineluttabile si chiude a riccio.
– Con le prime luci dell’alba, si rientra in tenda. La bottiglia di Indesiderato indica inequivocabilmente l’enigmatica S. che appare confusa e contraddittoria sul da farsi: in prima battuta propende per tornare a dormire in una casa in cui si era cuculamente accampata in precedenza; inaspettatamente però cambia idea mentre Indesiderato è già al campo base con Ineluttabile. Prudentis est mutare consilium; stultus sicut luna mutatur.
– Giunta in tenda, si scoprono gli altarini: entrambi recitano rispettivamente la parte del ragazzo spensierato che brama la passione disinteressata e della ragazza un po’ timida e confusa. Dopo un’ora di teatrino, diviene chiaro che i due hanno un considerevole blocco emotivo e che hanno lavorato alacremente per creare una situazione scomoda al fine di confermare i propri timori, paranoie e angosce: successo totale.
– Non si chiava.

24 – 25 [o.a.] agosto

– Appena-mattina Indesiderato incontra la propria madre che, pur passandogli a uno sputo, non lo riconosce. Indesiderato è commosso per i progressi compiuti dalla genitrice sulla strada dell’individualismo autoreferenziale.
– Ineluttabile fa una prima colazione con i fricchettoni vicini di tenda: le riserve di angiosperme volgono al termine.
– Seconda colazione e mattino in tenda: briefing Zugzwang-esistenziale.
– Incontro con R., poeta e vagabondo del Tavoliere.
– Nel pomeriggio ennesima consultazione mistica: lettura dei novelli Gong, potentissimi artefatti divinatori, portati in custodia da Zugzwang direttamente dai meandri dei suburbi orientali della grande metropoli centrale. Ci sono cinque consultazioni: mentre però la Maga e i suoi sgherri fanno i lanzichenecchi, evitando o dimenticando di compensare l’oracolo, la simpatica vicina di tenda V. ricambia con una dose di drogabis, che tuttavia andrà smarrita insieme al tabacco di Ineluttabile. Sic transit gloria mundi.
– Attraverso un orribile concerto-rievocazione, si scopre il potenziale infernale del suono prodotto dai cupa-cupa, atavici strumenti musicali in latta e pelle umana il cui metodo d’utilizzo evidentemente autoerotico produce frequenze possibilmente prossime agli 0 Hertz.
– Esibizione nel tardo pomeriggio, delirio sulla decadenza dell’aristocrazia europea: infamia e gloria del clavicembalo.
– Si ingurgita un pesantissimo vino del Tavoliere, recato in dono da R. e prodotto dal nonno dello stesso. 20 volumi alcolici di puro masochismo ad ogni sorso.
– Serata tranquilla, s-concerto di L. e il Magnifico.
– Ineluttabile si ritira, turbato dal segno che il Cosmo gli ha inviato con la perdita del tabacco.
– Indesiderato si invaghisce di N., musa del Nord e ballerina ipnotica dagli occhi inquietanti.
– Si sprecano complimenti disinteressati; Indesiderato conia un nuovo concetto reinterpretando il ben noto pagherò: il chiaverò, ovverosia un’azione compiuta con lo scopo di preparare un possibile terreno fertile futuro addolcendo l’eventuale candidata con blandizie che risulteranno gratuite nell’immediato e quindi più insidiose.
– Non va in porto la proposta di R. di sostituire una targa già esistente nel paese con una citazione detournata dell’eroe locale:

In casa e fuori casa, tenìm a pinga tosta/ pecché c’ piac’ a car’cà (in casa e fuori, il membro sempre eretto/ perché adoriamo la fornicazione) (Carlo Levi)

25 agosto

– Colazione e ultimo pasto nel refettorio, tavolata importante alla quale siedono anche i Cl, i panificatori M&L e Louis B., illustre cantore e campione di tribolazioni erotiche.
– Indesiderato scopre che tutti i suddetti sono ammaliati, come egli stesso, dalla cameriera adolescente con un nome che allude all’unio mystica, A.
– Le viene comunicato che sarà istituito un fan club in suo onore, o più appropriatamente un gruppo di devozione che comprende i commensali; essi fanno solenne giuramento di non presentarsi nuovamente ad Aliano se non sarà garantita la presenza della loro neo eletta musa.
– A., che è giovane ma non è fessa, non risponde ma elargisce sorrisi sublimi per il cui godimento i presenti scenderebbero volentieri vivi agli Inferi.
– La poesia di R., Non ho tempo, fa da chiosa alla tribolata esperienza lucana:

Non ho tempo da perdere per storielle da lampioni al telefono.

Non sono adatto a gestire crisi di esami,
cicli di fine mese,
agonia malinconica da ex.
Amiche acide,
antipatiche,
regine della bellezza
con le loro orribili facce.
Non ho tempo
per le sinistroidi
che mi parlano di Marx,
relegato nelle scrivanie.

Non ho tempo
per recite,
cene di gruppo,
pizzerie,
feste di carnevale,
karaoke,
musica Pop in macchina.

Non ho tempo di ascoltare le desolanti avventure a tre accordi di Ligabue
alle tre di notte.

Non ho tempo
per le colazioni all’alba,
i rum,
le Peroni,
i film romantici,
i giochi da tavolo,
le Playstation;
per l’amore incontrato nei giardinetti di Marzo
ad ascoltare il nuovo cd di Mina e Celentano,
di Radio Italia
solo musica italiana,
di contattare donne truccate,
belle,
sensuali,
di libertà,
di fantasmi waldiani,
dottoresse,
vegani,
amanti della soia,
del cazzo,
della sigaretta elettronica,
di Prevert,
della Szymboroska,
di Pasolini,
di Saviano,
di hipster da stadio.

Datemi,
quello che ho perso, datemi
il vostro mutismo, datemi
il cuore
e la fica.

Datemi qualcosa che mi faccia innamorare
senza rotture di coglioni.

– Si raccoglie tutto (o quasi).
– Si parte.