La Storia dello Sciamano Pazzo

Un giorno portarono da un guaritore un ragazzo con forti dolori alla pancia. Gridava come un ossesso mentre i suoi amici, ragazzi robusti e rasati con facce poco rassicuranti, lo portavano dal vecchio saggio. Questi, impassibile nel suo piumaggio e fumando una grossa pipa come assorto e perplesso dal vuoto che fissava, non si scompose minimamente all’arrivo di questo uomo urlante.

Maestro, dicevano gli amici, il nostro amico sta soffrendo come un cane e nessun medico è riuscito a curarlo, ci hanno detto di portarlo da lei. Lo sciamano fa cenno con le mani di allontanarsi dal corpo del malcapitato. Non appena si è creato lo spazio sufficiente attorno al ragazzo, lo sguardo dello sciamano cambia, diventa più intenso, alza le mani al cielo e sotto gli occhi allibiti degli astanti si getta su quel corpo dolorante come se stesse dando l’arrembaggio a un galeone spagnolo. Inizia a dare con inaudita energia varie scariche di cazzotti sulla pancia del disgraziato, il quale reagisce con urli ancora più profondi, gli occhi increduli, sul punto di scapparsene dalle orbite con tutti i debiti insoluti. Il vecchio briccone non accennando a fermarsi passava all’uso di una mazza di abete, finissimamente lavorata (era evidente che l’avevano ideata per macchiarla di sangue), con cui iniziò a percuotere il ragazzo, che già aveva smesso di lanciare grida, su tutto il corpo. Gli amici erano esterrefatti, continuavano a darsi occhiate con la bocca aperta ma senza trovare l’animo di intervenire in alcun modo.

Quando lo sciamano infine si separa dal corpo i ragazzi vi si precipitano urlando il suo nome. Uno di loro si accorge che il polso non da pulsazioni. Col sangue raggelato si gira a guardare l’assassino, che intanto era tornato alla sua posizione e impassibilità originaria. Tranquillo abbastanza da dedicarsi agli anelli di fumo con la sua pipa. Il mio amico è morto! Che hai fatto?

E lo sciamano: non è morto, adesso la sua vita si sta trasformando.

Si sta trasformando? Razza di bastardo tu l’hai ucciso!

Ucciso? Io ho aiutato il suo processo di ricongiungimento con gli elementi terrestri.

Gli amici si guardano di nuovo, increduli. E senza bisogno di accordarsi a parole, scelgono di lanciarsi con un urlo di guerra addosso al malfattore. Hanno gli occhi accecati dalla rabbia o forse dal sortilegio.

Sono sul punto di lanciarglisi addosso, con la loro ferocia, e farlo a brandelli quando si sente un colpo di tosse, tutti si fermano. Il loro amico col busto sollevato respira con ragli d’asino e la mano al petto. Gli altri si precipitano concitati su di lui, come stai come ti senti. Lui li guarda con due occhi spiritati: non sembra riconoscerli. Continuano le domande e le mani sulla spalla ma senza togliergli una parola.

Ormai non può intendere la vostra lingua, per lui sono come latrati di cane, dice lo sciamano suggellando quanto detto con uno splendido anello di fumo.

Che cosa gli hai fatto maledetto stregone?

L’ho guarito. Guarito da voi. Il suo cammino ora lo porterà altrove.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *