Cybersilvio – La vera storia della morte di Silvio Berlusconi

Zugzwang, in possesso di scottanti documenti coperti da strati di segreti, vi rivela in anteprima i progetti di Silvio Berlusconi per la sua morte. Non nel mausoleo di Arcore, non al fianco di Craxi ad Hammamet: sofisticate tecnologie criogenetiche gli consentiranno in futuro di rinascere come cyborg immortale. L’Universo delle Libertà: la vera rivoluzione liberale.

La Storia dello Sciamano Pazzo

Un giorno portarono da un guaritore un ragazzo con forti dolori alla pancia. Gridava come un ossesso mentre i suoi amici, ragazzi robusti e rasati con facce poco rassicuranti, lo portavano dal vecchio saggio. Questi, impassibile nel suo piumaggio e fumando una grossa pipa come assorto e perplesso dal vuoto che fissava, non si scompose minimamente all’arrivo di questo uomo urlante.

Maestro, dicevano gli amici, il nostro amico sta soffrendo come un cane e nessun medico è riuscito a curarlo, ci hanno detto di portarlo da lei. Lo sciamano fa cenno con le mani di allontanarsi dal corpo del malcapitato. Non appena si è creato lo spazio sufficiente attorno al ragazzo, lo sguardo dello sciamano cambia, diventa più intenso, alza le mani al cielo e sotto gli occhi allibiti degli astanti si getta su quel corpo dolorante come se stesse dando l’arrembaggio a un galeone spagnolo. Inizia a dare con inaudita energia varie scariche di cazzotti sulla pancia del disgraziato, il quale reagisce con urli ancora più profondi, gli occhi increduli, sul punto di scapparsene dalle orbite con tutti i debiti insoluti. Il vecchio briccone non accennando a fermarsi passava all’uso di una mazza di abete, finissimamente lavorata (era evidente che l’avevano ideata per macchiarla di sangue), con cui iniziò a percuotere il ragazzo, che già aveva smesso di lanciare grida, su tutto il corpo. Gli amici erano esterrefatti, continuavano a darsi occhiate con la bocca aperta ma senza trovare l’animo di intervenire in alcun modo.

Quando lo sciamano infine si separa dal corpo i ragazzi vi si precipitano urlando il suo nome. Uno di loro si accorge che il polso non da pulsazioni. Col sangue raggelato si gira a guardare l’assassino, che intanto era tornato alla sua posizione e impassibilità originaria. Tranquillo abbastanza da dedicarsi agli anelli di fumo con la sua pipa. Il mio amico è morto! Che hai fatto?

E lo sciamano: non è morto, adesso la sua vita si sta trasformando.

Si sta trasformando? Razza di bastardo tu l’hai ucciso!

Ucciso? Io ho aiutato il suo processo di ricongiungimento con gli elementi terrestri.

Gli amici si guardano di nuovo, increduli. E senza bisogno di accordarsi a parole, scelgono di lanciarsi con un urlo di guerra addosso al malfattore. Hanno gli occhi accecati dalla rabbia o forse dal sortilegio.

Sono sul punto di lanciarglisi addosso, con la loro ferocia, e farlo a brandelli quando si sente un colpo di tosse, tutti si fermano. Il loro amico col busto sollevato respira con ragli d’asino e la mano al petto. Gli altri si precipitano concitati su di lui, come stai come ti senti. Lui li guarda con due occhi spiritati: non sembra riconoscerli. Continuano le domande e le mani sulla spalla ma senza togliergli una parola.

Ormai non può intendere la vostra lingua, per lui sono come latrati di cane, dice lo sciamano suggellando quanto detto con uno splendido anello di fumo.

Che cosa gli hai fatto maledetto stregone?

L’ho guarito. Guarito da voi. Il suo cammino ora lo porterà altrove.

L’ineluttabilità del desiderio sdegnato

Un breve resoconto della trasferta Zugzwang in Lucania nella seconda decade di Agosto. Trasferta che vede una formazione ridotta a causa delle defezioni dei due Zugzwang #31# e SadClown.
Lasciati soli nell’afoso caldo romano, gli altri due, resi pazzi dalla mancanza dei loro sodali, compongono un concerto-delirio (Un bosco) e immolano le proprie anime al culto di antichi demoni dimenticati, di cui assumono i nomi ancestrali: Indesiderato e Ineluttabile.
Per quanto riguarda gli altri personaggi di cui si parlerà nel resoconto, saranno utilizzate lettere puntate o pseudonimi per non rendere riconoscibili situazioni e persone onde evitare eventuali querele.

21 – 22 [ore antelucane (o.a.)]agosto

– Partenza in prima mattinata dalle campagne di Postiglione, dove si è svolto il Dubstone, festival ballereccio elettrificato a cui i due Zugzwang hanno preso parte. Indesiderato alla guida, Ineluttabile rifiuta di riposarsi nonostante abbia passato la notte in bianco.
– Ci si smarrisce nel dedalo di complanari boschive che connettono la SA-RC alla SS 585 all’altezza di Atena Lucana. Da segnalare la scoperta di una casa colonica le cui fondamenta sono antiche pietre cosparse di graffiti spiraliformi che sembrano essere l’enigmatico lascito di una remota e dimenticata cultura osco-celtica.
– Raggiunta la SS 585 il viaggio riprende ad essere tranquillo e monotono; i nostri possono tornare alle consuete speculazioni: se il Cilento è la California d’Italia – si osserva – la Basilicata è un crossing-over tra il Colorado e il Nevada.
– Si giunge ad Aliano – dove si svolgerà il festival in cui il quartetto-mutilato-Zugzwang si esibirà con Un Bosco – in piena mattinata; si prende contatto con M il Magnifico, che già ha un’aria provatissima, e si allestisce il campo base (due tende mono e bi-posto, posizionate a strategica distanza l’una dall’altra al fine di garantire la giusta Zugzwang-privacy nonché una copertura tattico-logistica esaustiva del territorio; il tutto in accordo con gli insegnamenti del venerabile Sun Zi, [Arte della guerra, VI,2]) nella zona più accogliente del paese: essere arrivati in anticipo, consente di scegliere i posti migliori.
– Ecco arrivare i primi vicini di tenda: una famiglia con due figlie appena adolescenti. Indesiderato osserva che c’è della preoccupazione negli sguardi e nei gesti dei genitori per la vicinanza della propria tenda a quella dei due giovinastri. Ineluttabile nota come la corruzione dei costumi dei minori, benché perpetrata dai più brillanti rappresentanti del genere umano che in ogni tempo furono sgraditi, sia ancora fuorilegge.
– Pomeriggio dedicato al recupero delle forze; giunge una notizia inaspettata: verrà in visita C-ottoni, direttamente dal litorale adriatico: si giubila!
– Arrivo di C-ottoni e partenza immediata per Guardia P., dove nello squallore della sagra in corso, riecheggia il Gong di ciò che attende i nostri; Indesiderato alla guida, si accolgono come ulteriori passeggeri il Magnifico e una nuova conoscenza, verosimilmente apparsa dal nulla, S.
– Rientro ad Aliano dopo serata danzante, cantante e bevente.
– Giro di ispezione notturna.
– Localizzazione dello spazio assegnato per l’esibizione.
– Primo contatto con Donna Calanco, totemica scultura che immediatamente cattura l’attenzione di Indesiderato e Ineluttabile: una nuova divinità a cui votarsi e a cui chiedere protezione nei giorni a venire.
– Assicuratasi la protezione spirituale, si ritorna verso il campo base e si entra in contatto con M&L coppia di ascendenza 32bittesca che per contrappasso ha iniziato a rendere operativo un forno dismesso: saranno loro a sfamare la comunità con un prodotto alimentare ottenuto dalla fermentazione, dalla formatura a cui segue una lievitazione, e successiva cottura in forno di un impasto a base di farina, cereali e acqua confezionato con diverse modalità, arricchito e caratterizzato frequentemente da ingredienti prettamente regionali, volgarmente noto come pane.

22 – 23 [o.a.] agosto

– Colazione e tete-à-tete con I.F., poeta performer anarchico ex virtuoso michelin della culinaria: ci si esibirà nello stesso spazio, quindi si organizza un palinsesto per le performance(s).
– L., coadiutore del Magnifico, ci introduce ad un poeta americano dal nome che ricorda con topografica precisione due grandi città degli States, nonché il suo collaboratore italiano: anche loro si esibiranno nello stesso topos Zugwang-F, d’ora in poi battezzato l’Antro della Donna Calanco: ci si ri-organizza.
– Installazione della Tenda della Non-Conoscenza, avvenieristica sede del counseling mistico-elegiaco che Indesiderato e Ineluttabile offriranno a chiunque ne richieda i servigi, in cambio di beni e servizi.
– Primo oracolo a N-Alterum: un’innocente curiosità lo aveva spinto a chiedere cosa si intendesse per Non-Conoscenza ed eccolo, catapultato in un rito di cui egli stesso è il protagonista. Evidentemente sconvolto, dona in pegno delle cartoline di sua creazione.
– Giri a vuoto nel paese, con la balorda scusa di costellarne gli edifici con indicazioni sibilline circa l’ubicazione della Tenda.
– Appena-mezzanotte, ci si esibisce con Un Bosco, sotto lo sguardo vigile e inflessibile della Donna Calanco; varie improvvisazioni con C-ottoni: la strumentazione aerofona appartenente alla famiglia dei legni di cui è dotata la rende simile ad una driade dei boschi;
– Si torna al forno e si annusa la notte, consumandone i frutti infuocati; C-ottoni deve ripartire la mattina seguente presto, anzi, prestissimo: c’è della malinconia.

23 – 24 [o.a.] agosto

– Ineluttabile consuma sostanze drogabinoidali e drogainanti gentilmente offerte dai nuovi occorsi vicini di tenda. In cambio dona estratto di rubiale e suoi derivati alla comunità.
– Indesiderato, futilmente impegnato in una colazione con S., incontra ancora l’apparentemente burbero ma infinitamente buono I.F., che elargisce susine sciroppate di sua manifattura. Buonissime.
– L’esibizione stasera è verso cena; alea iacta est!
– Arrivano i Cl, gruppo musicale fresco di modifica onomastica, ove militano alcuni personaggi alchemicamente legati ad Indesiderato.
– Pomeriggio dedicato all’artigianato etereo: Ineluttabile legge La febbre del ragno rosso segnalando interessanti spunti per un adattamento in chiave Zugzwang.
– Nel frattempo, Indesiderato riceve una telefonata: un individuo di sesso femminile con marcato accento regionale cispadano è in cerca di un tale D.B. Ci si immedesima immediatamente in un losco D.B. che allude e non allude alla propria identità. La signora vorrebbe iscrivere i propri figli alla scuola calcio di D.B., come già aveva fatto presente qualche mese prima. Ma Indesiderato, ormai completamente D.B.-nizzato, la invita a ricordare le istruzioni segrete impartitele il mese scorso, e a richiamare in una data e in un orario più propizi: l’indomani alle 18:45.
– Ci si esibisce non prima di aver onorato le dovute devozioni alla Donna Calanco di cui Ineluttabile e Indesiderato, autoproclamatisi Suoi sacerdoti, rivelano la sconcertante identità nascosta agli astanti: essa è faro di sventura cosmica, inumana e anti-poetica. Chiunque si ostinerà a farsi selfie al suo cospetto – si ammonisce – sarà colpito dalla maledizione della mostruosa divinità. Novelli Cassandra, non si viene creduti. Nemo propheta in patria.
– Concerti-baldoria-tammorre fino a notte fonda; si uniscono i neo-giunti Cl (abbreviazione che non ha nulla a che vedere con associazioni politiche di stampo cattolico né con molecole di alcun tipo, n.d.r.).
– Indesiderato/Arlecchino servo di due padroni non sa dove dirigere il proprio afflato erotico: da un lato un’allusiva ma enigmatica S., dall’altro un’allegra ma elusiva E., vecchia conoscenza giunta nel pomeriggio.
– Si esibiscono i Cl, fingendo di provenire da Atlantic City, per duettare infine con il Magnifico.
– Suonano degli afro-napoletani (afro nel senso di negri) che non hanno con se alcun supporto tecnico. L’esibizione va a buon fine a dispetto di ogni previsione: le meraviglie dell’integrazione.
– Uno schivo Ineluttabile tenta di difendersi dalle incomprensibili azioni della Maga, bisbetica presenza palesatasi nella sera che, accompagnata da un bue e da una ninfa del Nord, si diletta nell’antica e occidentale pratica dell’amore vecchio da vivere con sempre più fulgido autolesionismo. Ineluttabile si chiude a riccio.
– Con le prime luci dell’alba, si rientra in tenda. La bottiglia di Indesiderato indica inequivocabilmente l’enigmatica S. che appare confusa e contraddittoria sul da farsi: in prima battuta propende per tornare a dormire in una casa in cui si era cuculamente accampata in precedenza; inaspettatamente però cambia idea mentre Indesiderato è già al campo base con Ineluttabile. Prudentis est mutare consilium; stultus sicut luna mutatur.
– Giunta in tenda, si scoprono gli altarini: entrambi recitano rispettivamente la parte del ragazzo spensierato che brama la passione disinteressata e della ragazza un po’ timida e confusa. Dopo un’ora di teatrino, diviene chiaro che i due hanno un considerevole blocco emotivo e che hanno lavorato alacremente per creare una situazione scomoda al fine di confermare i propri timori, paranoie e angosce: successo totale.
– Non si chiava.

24 – 25 [o.a.] agosto

– Appena-mattina Indesiderato incontra la propria madre che, pur passandogli a uno sputo, non lo riconosce. Indesiderato è commosso per i progressi compiuti dalla genitrice sulla strada dell’individualismo autoreferenziale.
– Ineluttabile fa una prima colazione con i fricchettoni vicini di tenda: le riserve di angiosperme volgono al termine.
– Seconda colazione e mattino in tenda: briefing Zugzwang-esistenziale.
– Incontro con R., poeta e vagabondo del Tavoliere.
– Nel pomeriggio ennesima consultazione mistica: lettura dei novelli Gong, potentissimi artefatti divinatori, portati in custodia da Zugzwang direttamente dai meandri dei suburbi orientali della grande metropoli centrale. Ci sono cinque consultazioni: mentre però la Maga e i suoi sgherri fanno i lanzichenecchi, evitando o dimenticando di compensare l’oracolo, la simpatica vicina di tenda V. ricambia con una dose di drogabis, che tuttavia andrà smarrita insieme al tabacco di Ineluttabile. Sic transit gloria mundi.
– Attraverso un orribile concerto-rievocazione, si scopre il potenziale infernale del suono prodotto dai cupa-cupa, atavici strumenti musicali in latta e pelle umana il cui metodo d’utilizzo evidentemente autoerotico produce frequenze possibilmente prossime agli 0 Hertz.
– Esibizione nel tardo pomeriggio, delirio sulla decadenza dell’aristocrazia europea: infamia e gloria del clavicembalo.
– Si ingurgita un pesantissimo vino del Tavoliere, recato in dono da R. e prodotto dal nonno dello stesso. 20 volumi alcolici di puro masochismo ad ogni sorso.
– Serata tranquilla, s-concerto di L. e il Magnifico.
– Ineluttabile si ritira, turbato dal segno che il Cosmo gli ha inviato con la perdita del tabacco.
– Indesiderato si invaghisce di N., musa del Nord e ballerina ipnotica dagli occhi inquietanti.
– Si sprecano complimenti disinteressati; Indesiderato conia un nuovo concetto reinterpretando il ben noto pagherò: il chiaverò, ovverosia un’azione compiuta con lo scopo di preparare un possibile terreno fertile futuro addolcendo l’eventuale candidata con blandizie che risulteranno gratuite nell’immediato e quindi più insidiose.
– Non va in porto la proposta di R. di sostituire una targa già esistente nel paese con una citazione detournata dell’eroe locale:

In casa e fuori casa, tenìm a pinga tosta/ pecché c’ piac’ a car’cà (in casa e fuori, il membro sempre eretto/ perché adoriamo la fornicazione) (Carlo Levi)

25 agosto

– Colazione e ultimo pasto nel refettorio, tavolata importante alla quale siedono anche i Cl, i panificatori M&L e Louis B., illustre cantore e campione di tribolazioni erotiche.
– Indesiderato scopre che tutti i suddetti sono ammaliati, come egli stesso, dalla cameriera adolescente con un nome che allude all’unio mystica, A.
– Le viene comunicato che sarà istituito un fan club in suo onore, o più appropriatamente un gruppo di devozione che comprende i commensali; essi fanno solenne giuramento di non presentarsi nuovamente ad Aliano se non sarà garantita la presenza della loro neo eletta musa.
– A., che è giovane ma non è fessa, non risponde ma elargisce sorrisi sublimi per il cui godimento i presenti scenderebbero volentieri vivi agli Inferi.
– La poesia di R., Non ho tempo, fa da chiosa alla tribolata esperienza lucana:

Non ho tempo da perdere per storielle da lampioni al telefono.

Non sono adatto a gestire crisi di esami,
cicli di fine mese,
agonia malinconica da ex.
Amiche acide,
antipatiche,
regine della bellezza
con le loro orribili facce.
Non ho tempo
per le sinistroidi
che mi parlano di Marx,
relegato nelle scrivanie.

Non ho tempo
per recite,
cene di gruppo,
pizzerie,
feste di carnevale,
karaoke,
musica Pop in macchina.

Non ho tempo di ascoltare le desolanti avventure a tre accordi di Ligabue
alle tre di notte.

Non ho tempo
per le colazioni all’alba,
i rum,
le Peroni,
i film romantici,
i giochi da tavolo,
le Playstation;
per l’amore incontrato nei giardinetti di Marzo
ad ascoltare il nuovo cd di Mina e Celentano,
di Radio Italia
solo musica italiana,
di contattare donne truccate,
belle,
sensuali,
di libertà,
di fantasmi waldiani,
dottoresse,
vegani,
amanti della soia,
del cazzo,
della sigaretta elettronica,
di Prevert,
della Szymboroska,
di Pasolini,
di Saviano,
di hipster da stadio.

Datemi,
quello che ho perso, datemi
il vostro mutismo, datemi
il cuore
e la fica.

Datemi qualcosa che mi faccia innamorare
senza rotture di coglioni.

– Si raccoglie tutto (o quasi).
– Si parte.

Diario di Brodo – avventure spaziali di bighelloni galattici


Nave ricerca ZUG-zwan/6

Ufficiali a bordo:
-ZUG.Teofrastus: ufficiale diplomatico;
-ZUG.Anz’al-1 (nomenclatura alfanumerica obbligatoria di segnalazione impianti cibernetici di potenziamento in individui di nascita biologica): ufficiale scientifico.

Data stellare: Macro rotazione 008.2017.0021-0025

Ciclo 1

Partenza dal sistema periferico B1s-14cc1A: lieve scontro nel molo di attracco con altra nave ancorata. Nessun danno riportato, constatazione amichevole e immediata immissione nell’iperspazio.

Salto iperspaziale nella norma, lo scafo regge la pressione dei tachioni nella bolla gravitonica subluminale.

Il balzo di uscita non è precisissimo: la strumentazione va ricalibrata.

Arrivo all’esopianeta DU-3st0N, nella nebulosa Saliernum-8. Contatti amichevoli con i nativi.

L’ufficiale ZUG.Anz’al-1 verifica la presenza di risorse sul suolo così suddivise:
H2O – 60%
Dietilammide-25 – 40%

Nel tentativo di reperire i campioni per le suddette analisi, l’ufficiale ZUG.Anz’al-1 erode e infine abbandona importanti componenti per la deambulazione a G 9,8.

L’ufficiale ZUG.Teofrastus rintraccia la delegazione commerciale che finanzia la spedizione.

L’ufficiale ZUG.Anz’al-1 esamina a fondo la struttura biologica di un autoctono.
Rapporto:

INDIVIDUO ADULTO
SESSUATO/ GENDER: F
PERCEZIONI SENSORIALI ALTERATE
TUBULI MALPIGHIANI NELLA NORMA
DELTA DI COMPATIBILITA’: NEGATIVO

Ciclo 2

Partenza dalla nebulosa Saliernum-8 all’inizio del ciclo, non appena ZUG.Anz’al-1 fa ritorno dalla missione di ispezione biologica non invasiva.

Salto iperspaziale nella norma, continuano i problemi nel balzo di uscita dal tunnel subluminale: la strumentazione va ricalibrata.

Arrivo nel sistema CAL-4nxu5, esopianeta 4-L14nus. Stabiliti i contatti con i nativi nonché con la delegazione del progetto di colonizzazione da parte di ZUG.Teofrastus; la spedizione trasferisce la base operativa sul suolo planetario.

Arrivo di viaggiatori interstellari con intenzioni sconosciute. Analisi dell’ufficiale diplomatico, rapporto:

“Individui potenzialmente non pericolosi, in numero di 4, due dei quali nella fase di tarda maturazione del proprio ciclo vitale, sessuati, generi XY e XX. Gli altri due, sessuati, genere XX, sono nel ciclo di transizione biologica dallo stato inerme a quello adulto, come osservato nel 95% delle specie mammifere.
Provengono da una civiltà di classe α (conoscono viaggio interstellare, producono manufatti per scopi non primari ad alto valore concettuale).
Probabilmente simulano cortesia per distogliere l’attenzione dell’ufficiale dagli scopi del proprio viaggio, o per timore dell’equipaggio di ZUG-zwan/6. Evidentemente sono a conoscenza dei metodi di ricerca poco ortodossi per cui il team si è reso celebre in questo settore galattico.
In ispecial modo i due individui tardo maturi sembrano voler deviare l’attenzione degli ufficiali ZUG dagli altri due individui acerbi, chiaramente sotto la loro protezione e tutela legale.
Non conosciamo ancora le usanze e i codici legislativi di questo settore – cosa di cui mi occuperò al più preso – ma anche a rischio di andare in contro a sanzioni, andremo fino in fondo con le esplorazioni”.

Rischio incidente diplomatico per interazione non autorizzata con individui a potenziale di ricerca ancora sconosciuto: 70%.

Arrivo dell’ufficiale tecnomante Light-Blue dal sistema 4PU6LIA con preziosi rifornimenti logistici. Sosta prevista: 1/2 ciclo.

Ripartenza immediata per una veloce esplorazione satellitare nell’orbita di 4-L14nus: è in corso un evento celebrativo della locale comunità mineraria incentrato sul consumo di alimenti di origine non sintetica a cottura vetero-termica ad immersione in liquido oleoso.

Ulteriori incontri con autoctoni, la nave ZUG-zwan/6 ospita il caposquadra della missione coloniale: il governatore plenipotenziario Munn-Fredd.

[…]

Arazzo Bianco – Episodio 1

Lo chiamavano Arazzo Bianco, un tipo strano di quelli che non tirano lo sciacquone quando vanno in bagno, che si svegliano con un sorriso sulla faccia più simile a un ghigno che a un sorriso. Si era interessato per un certo tempo a quelle cose di politica, giornali, inchieste. Ma a quel tempo la chiamava robaccia e pensava che il meglio fosse nel prendere la vita per le palle, così diceva ogni tanto.
Arazzo Bianco venne ad abitare nel sobborgo di una città del nord Italia, dove ancora si stampavano i francobolli con la faccia del Duce, che poi venivano messe su delle buste fatte di carta spessa, marrone.
La vita lì scorreva sugli argini di un fiume, che attraversava la cittadella.
Dei ragazzi passavano da quelle parti. Frequentavano la scuola superiore, poteva dirsi dal loro aspetto, erano tre ragazzi e due ragazze. Nel camminare nessuno di loro si accorge che lì per terra sta dormendo lui, Geremia von Stronzheim, poi soprannominato Arazzo Bianco.
Geremia alla pressione molesta di un piede, si svegliò da quel torpore che accompagnava le sue giornate, e si mise a gridare. Chiedeva chi era stato, chi era quel maledetto figlio di una buona donna e cose così. I ragazzi e le ragazze sembravano molto divertiti da quella scena, e non si sentirono per niente in colpa per averlo calpestato. Ridevano di gusto, serenamente. Al suono di quelle risate l’ira di Geremia von Stronzheim si placò, i muscoli della sua faccia si rilassarono, i suoi nervi tornarono ad essere delle correnti placide e un sorriso si distese sul suo volto come una macchia d’olio su una tela. Ma non appena quelli voltarono le spalle chiedendo sbrigativamente scusa, così senza farci caso, Geremia si tolse una delle sue scarpe, per altro micidiali per il loro odore, e la lanciò dritta dritta in testa a uno dei ragazzi. Quello si girò con la faccia stravolta a guardarlo, con un espressione fra il disgustato e il meravigliato, disse che un odore così lo aveva sentito solo il giorno che seppellì il suo cane in giardino, morto da diverse ore. Questo fece di nuovo ridere tutta la compagnia. Coraggio vieni con noi, dicevano con fare da compagnia di amici, andiamo a giocare insieme. Geremia andò con loro, si ritrovarono a giocare in un giardino con una palla di cuoio. Lì Geremia si rese conto della loro crudeltà, lo avevano portato lì solo per divertirsi con lui, per renderlo lo zimbello della compagnia, gli tiravano pallonate sulla faccia e cose così, gli facevano il solletico, lo pigliavano in giro perché puzzava ed era vestito male, e per quel suo accento tedesco, quando diceva cose nel suo italiano stentato.

Nascita, vita e morte di un pallone

Dopo tanta aria, un rumore sordo, roccioso. La valvola era stata inserita correttamente; fu immessa la quantità necessaria di aria – di vita – e il tocco sapiente del braccio meccanico decise quando la misura fu adatta. Sapete, quello della valvola è il momento più difficile: è il punto preciso della mia circonferenza che mi rende perfetto così come sono, ma è anche la mia più grande debolezza: un gesto inconsulto, un calcio maldestro, un rimbalzo imprevisto, avrebbero potuto rigettare quella valvola nel mio stomaco, impedendomi per sempre di respirare.
Il risultato fu ottimale. Un bambino mi prese con sé, e sembrò immediatamente entusiasta dell’affare. Verificava costantemente la risposta del mio coefficiente di urto elastico, su qualsiasi superficie, a qualsiasi ora, in qualsiasi modo.
Capimmo ben presto che il meglio di me si tirava fuori solo quando, scalciato di passo in passo, rotolavo lungo il marciapiede. Divenni tutt’uno con la suola delle sue scarpe, e il rumore sordo di ogni rimbalzo mi ricordava sempre l’esatto momento in cui cominciai a ricordare per la prima volta.
Mi piaceva. Piaceva a me e piaceva al bambino.
Un giorno mi presentò ai suoi simili, alcuni più altri meno capaci di maneggiarmi con gli stessi gesti, con le stesse suole. Giocavamo per strada, via Ruggero VII, un chiodo conficcato in quella parete che è Palermo, a sostenere un quadro che non sta mai parallelo al pavimento.
Quel giorno, il rumore del mio rimbalzo come al solito si disperdeva nel caos del vociare incessante della gente, dei clacson stuprati da automobilisti repressi, del campanaccio di fine pausa pranzo degli operai richiamati dal capomastro.
Sentii un colpo violento sul ventre, un colpo sprezzante, e volai per diversi metri prima di ricompormi nella stasi. Non ero più sullo stesso pavimento frastagliato di balate di prima ma, tutto sporco di petali e terra, pare che avessi incrociato un vaso di gerani.
Me ne resi conto perché la vecchia si occupò di me solo dopo aver raccolto la terra che avevo disseminato per il balcone, e dopo aver piantato nuovamente i fiori che avevo divelto.
Mi afferrò con rabbia, quasi a volermi ferire con quelle unghie cromate e taglienti. Agitò compulsivamente la mia circonferenza sporgendola dal balcone, come un trofeo di guerra.
Il bambino, dal basso della strada, mi guardava impaurito. Gridò qualcosa lei, ci provò anche lui, ma il singhiozzo tranciava ripetutamente ogni tentativo di emettere un fiato, che si imponesse sul caos, in via Ruggero VII.
La megera raccolse le forbici, che tanto teneramente avevano ridato vita ai suoi gerani spezzati, e mi fissò crudelmente, gli occhi iniettati di sangue. Quello sguardo trafisse il bambino. Le forbici trafissero me.